Riabilitazione in Acqua

Idroterapia, la riabilitazione in acqua

L'idroterapia o riabilitazione in acqua sono entrate da pochi anni a far parte dei protocolli di Riabilitazione in campo ortopedico, neurologico, preventivo e sportivo; ha registrato un crescente consenso sia da parte di medici e fisioterapisti, sia da parte dei pazienti. Oggi, grazie anche ai suoi numerosi successi, possiamo finalmente affermare che tale forma di riabilitazione motoria è divenuta, a pieno titolo, parte integrante di molti percorsi riabilitativi.

L'idroterapia è indicata sia come mezzo di preparazione fisica in vista dell'intervento chirurgico sia come efficace strumento riabilitativo nella fase di rieducazione post-operatoria. In quest'ultimo caso la riabilitazione in acqua inizia, solitamente, dopo la rimozione dei punti, rappresentando un trattamento importantissimo quando gli esercizi tradizionali sono controindicati.

Principali vantaggi della riabilitazione in acqua

La diminuzione della forza di gravità, rende i movimenti più naturali e meno stressanti per le articolazioni consentendo l'esecuzione di movimenti impensabili a secco, la resistenza offerta dall'acqua è graduale, senza punti morti, ciò consente di mantenere una tensione muscolare uniforme durante i movimenti favorendo il recupero del tono e della flessibilità muscolare per potere eseguire gli esercizi riabilitativi non occorre essere dei nuotatori esperti. Nelle vasche destinate alla riabilitazione il livello dell'acqua normalmente non supera i 120 cm e sono comunque presenti piccoli attrezzi per favorire il galleggiamento. Il programma riabilitativo andrà impostato in seguito ad un'attenta valutazione dei bisogni del paziente e degli obiettivi prefissati. In linea di massima la rieducazione in acqua, come molte altre attività sportive e riabilitative si compone di due o tre sedute settimanali per un periodo variabile in relazione al grado di disabilità individuale.

Tecniche ed esercizi

La riabilitazione in acqua consiste nel fare svolgere al paziente vari esercizi, molte volte gli stessi che si eseguono in palestra, con il corpo parzialmente immerso nell'acqua. Dividendo tali esercizi in quattro grandi categorie possiamo parlare di esercitazioni mirate al miglioramento: 

  • - del tono muscolare;
  • - della mobilità articolare e dell'equilibrio (esercizi di stretching, esercizi di mobilizzazione attiva/passivi, esercizi   propriocettivi);
  • - recupero degli schemi motori (deambulazione/corsa in sospensione, pedalata, slanci, balzi, ecc.);
  • - recupero del gesto sportivo (esercizi a catena cinetica chiusa in acqua poco profonda, balzi, skip, spostamenti laterali ecc.

Per aumentare la difficoltà dei movimenti, come abbiamo visto, sarà sufficiente aumentarne l'ampiezza, la velocità oppure utilizzare un equipaggiamento che crei resistenza. Si può inoltre giocare sul grado di profondità dell'acqua diminuendola mano a mano che il paziente riacquisisce la funzionalità perduta tollerando carichi maggiori.

La riabilitazione in acqua rientra nella più grande famiglia delle terapie acquatiche. In acqua, infatti, è possibile non solo ristabilire le migliori funzionalità articolari e muscolari dopo un incidente, ma anche eseguire delle forme di esercizio specifiche per prevenire la malattia o per curare sintomatologie idiopatiche croniche come la lombalgia. Tali esercitazioni sono particolarmente indicate per quei soggetti in forte sovrappeso con difficoltà di movimento legate ad obesità, ad artriti, a recenti fratture o distorsioni. Nella maggior parte di questi casi si registra un netto miglioramento del tono muscolare e del range articolare dopo un adeguato programma terapeutico. Il paziente, spesso anziano, acquisisce in tal modo un maggiore controllo motorio che, migliorando l'equilibrio.